martedì 24 febbraio 2009

I gatti di Ulthar


Enigmatico, il gatto è affine a quelle strane cose che l’uomo non può vedere. È lo spirito dell’antico Egitto, depositario dei racconti a noi giunti dalle città dimenticate delle terre di Meroe e Ophir.

H.P.Lovecraft


Come i gatti di Lovecraft, i micioni di Tokyo se la passano abbastanza bene, e generalmente non vengono uccisi o perseguiti.
Anche se non passano innosservate le "mutilazioni" regolari della coda, che la fa sembrare un moncherino, ne' tantomeno l'orecchino di plastica cucito sull'orecchio, ad indicare che questo o quell'altro animale sono stati sterilizzati.



Nonostante tutto hanno pagato un prezzo molto basso in cambio dell'affetto ed i rifornimenti qualche abitante di ogni quartiere di Tokyo offre ai micioni.




Io amo i gatti, sopratutto quelli di strada, perche' leggo nei loro occhi una forza che non si riesce a trovare nello sguardo di un comodo Garfield di casa; in questi anni passati accanto ai miei amici di strada, ognuno diverso ed ognuno con la sua storia, ho compreso le parole di Lovecraft quando diceva "E parente dei signori della giungla, erede dell’Africa oscura e feroce. La Sfinge è sua cugina, e lui parla la sua lingua; ma il gatto è più vecchio della Sfinge, e ricorda ciò che lei ha dimenticato..."



http://it.wikipedia.org/wiki/Howard_Phillips_Lovecraft




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