mercoledì 6 aprile 2011

Primavera nucleare



Come se non bastasse la faccia tosta della AREVA, ci siamo dovuti sorbire anche quelli della GE (General Electric), i geni che hanno disegnato i reattori di Fukushima. Hanno offerto il loro supporto (senso di colpa?), ma mi chiedo CHISSA' come mai, dopo non essersi fatti sentire nemmeno per telefono in piu' di tre settimane dall'inizio della crisi, si fanno vivi proprio adesso?
Business, Business, Business...


Ciliegina sulla torta, dopo tutto questo scomodarsi di francesi ed americani con offerte di aiuto per trovare un sistema per smaltire e fermare la fuoriuscita di acqua contaminata, i geniacci della TEPCO, senza dire niente a nessuno, probabilmente nemmeno al Ministro della salute, hanno deciso di fregarsene dei consigli e rilasciarla nell'oceano. Ovviamente hanno annunciato la decisione successivamente alla stampa, tra lascrime e scuse.
Comprendo che in quel momento era la soluzione migliore per evitare che in mare finiscano le tonnellate di acqua mortale che fuoriescono dalla crepa nell'impianto, ma dico io! Aspetti una settimana per arrivare a questa soluzione, e dopo 5 ore trovi il modo, estremamente semplice, di tapparte il buco che perdeva? Non ci potevano pensare prima?
O io sono un genio mondiale della chimica, oppure i tecnici della compagnia non hanno la minima idea di dove cacciare la testa. E questo spaventa...

Non ce' da sorprendersi che nell'ultima settimana la stampa ed i media si sono stancati della TEPCO e chiedono ad alta voce che la crisi venga gestita da esperti e militari, poiche' la compagnia si sta dimostrando incompetente, ed anche alle strette non vuole ammettere di aver fallito. Purtroppo e' qua che manca una forte leadership del governo, anche loro a giocare a ping pong sui tavoli della burocrazia.

Comunque utilizzando delle note fornite dall'Ambasciata, cerco di dare piu' chiarezza riguardo alla situazione.
" In relazione all'annuncio, reso il 4 aprile da TEPCO, di aver iniziato il rilascio controllato di una considerevole quantità di acqua (11,500 tonnellate) nel mare antistante l'impianto, è bene precisare che non si tratta, in questo caso, dell'acqua altamente contaminata rinvenuta nei locali delle turbine, bensì di acqua già in stoccaggio in alcuni serbatoi che sono ora necessari per le suddette operazioni di trasferimento. Quest'ultima presenta livelli di contaminazione comunque limitati. Va considerato al riguardo che la concentrazione delle sostanze radioattive viene sostanzialmente diluita prima che l'acqua stessa giunga a contatto con i sistemi di biologia marina (molluschi, alghe, pesci); e che il contributo principale alla radioattività decade con tempi di dimezzamento relativamente brevi (8 giorni per lo Iodio-131). Per questa ragione da tale rilascio controllato non ci si attendono effetti rilevanti per la salute umana o per l'ecosistema. I tecnici sono inoltre riusciti a collegare alla rete elettrica l'alimentazione dei sistemi di raffreddamento attualmente operativi, superando così la necessità di alimentarli con i generatori diesel esterni. Ciò vale per i sistemi dei reattori 1, 2 e 3. "

Questa mattina, hanno annunciato che hanno scoperto dove perdeva la falla da cui uscivano la bellezza di 10 tonnellate/ora di acqua super contaminata (si parla di quasi 8 milioni di volte il livello di sicurezza - solo 3 litri di quest'acqua hanno un livello radioattivo equivalente alle 11,500 tonnellate rilasciate dal serbatorio) e sono riusciti a "tapparla", con un liquido chiamato "waterglass" (silicato di sodio), che iniettato nel terreno a contatto con la perdita d'acqua, si solidifica nell'arco di pochi secondi.

" La situazione della radioattività ambientale (intensità di dose di radiazione) è in chiara e costante diminuzione a partire dal perimetro della centrale di Fukushima-I fino alle grandi distanze (Tokyo e oltre). I dati, aggiornati ogni tre ore circa, sono costantemente disponibili sul sito del ministero della ricerca MEXT. Tali dati sono stati più volte verificati e confermati da organismi internazionali indipendenti oltre che dalla Protezione civile italiana. A titolo di esempio, a Tsukuba (Prefettura di Ibaraki) il monitor del KEK conferma quanto riportato sopra. Oltre a rilevare valori ampiamente al di sotto di ogni criterio di pericolosità per la salute umana, questi dati confermano che al momento non ci sono emissioni significative rilasciate in aria dalla centrale di Fukushima-I . A conferma di ciò, una rilevazione compiuta con elicottero ad un'altezza media di 300m dal suolo a partire da Tokyo verso e sopra le Prefetture di Tochigi, Fukushima (molte località fino all'immediata zona di pericolo a 30 km dalla centrale) e Ibaraki, ha registrato valori di intensità di dose tutti inferiori ai 0.3 microSv/ora. "

Nonostante le premesse rassicuranti, permane la preoccupazione riguardo la possibile contaminazione di prodotti ittici, che rappresentano una grande porzione del mercato alimentare nipponico. Hanno gia' cominciato a bloccate la pesca di alcuni pesci in cui sono stati trovati valori radioattivi al di sopra della norma. E quello che preoccupa di piu' e' il futuro dei prodotti sani e non contaminati, poiche' il panico che si sta creando, anche all'estero, mette in difficolta' aziende e pescatori, che si vedono diminuite le vendite, anche in zone del territorio che non hanno nessun problema di contaminazione.

Ed anche questa e' parte dell'ipocrisia occidentale...



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